Il ritardo di linguaggio in età evolutiva costituisce attualmente una condizione piuttosto diffusa. Secondo un recente studio (Desmarais, Silvestre et al.,2008) la prevalenza dei cosiddetti “Late talkers“, ovvero dei bambini parlatori tardivi, è stimata intorno al 15% della popolazione.
Anche se il ritardo di linguaggio può avere caratteristiche e sfaccettature diverse nel singolo bambino, la comunità scientifica ne ha definito alcuni “parametri” che ne indentificano la presenza:
- Ampiezza del vocabolario inferiore alle 50 parole all’età di 24 mesi;
- Assenza di combinazione di parole (ovvero di formazione di prime frasi) all’età di 24 mesi.
Negli ultimi anni, anche grazie ad un maggiore interesse sia dei clinici che degli stessi genitori, si sono sempre più favoriti modelli di intervento precoce, volti al rinforzo e sostegno delle competenze di linguaggio fin dalla primissima infanzia. Intervenire precocemente aiuta il bambino a prevenire la comparsa di un disturbo di linguaggio più strutturato ma soprattutto a favorire fin da subito la possibilità di interagire con i coetanei e con l’adulto con uno scambio comunicativo adeguato alla sua età.
I percorsi di trattamento ad intervento precoce, effettuati nella maggior parte dei casi dal logopedista, si basano su una massiccia collaborazione con i genitori, ai quali viene “insegnato” come stimolare il linguaggio del proprio figlio in un contesto ambientale ludico. E’ infatti nell’ambiente quotidiano che il bambino ha modo di conoscere e imparare nuovi termini, frasi, espressioni che sente dire e che a sua volta è invogliato a produrre.
Le sedute logopediche, in quest’ambito, vengono quindi generalmente svolte in presenza del/dei genitori, che hanno quindi un ruolo chiave, e ai quali spesso viene chiesto di giocare insieme al proprio bambino mettendo in atto una serie di strategie che andranno poi a replicare a casa, quali ad esempio:
- La conferma del successo tramite complimenti o incoraggiamenti;
- Il modellamento verbale tramite la denominazione o la descrizione dell’attività svolta;
- L’espansione della frase prodotta dal bambino…e molto altro.
Il modello di intervento INTERACT2TM, progettato da Bonifacio e Hvastja Stefani (2004, 2010), rientra pienamente nei programmi ad intervento precoce. Esso è centrato sulle caratteristiche dello stile comunicativo della coppia genitore-bambino all’interno di situazioni di interazione ben specifiche (es. lettura condivisa di un libro, gioco simbolico, ecc…), anche attraverso l’osservazione e commento di video effettuati in ambiente domestico.
Dott.ssa Sabrina Pedrali, Logopedista